

di Paolo Gianinazzi Nico Nonella
Corriere del Ticino - 10.11.2020
Al Confine / Dopo la decisione del Governo italiano di dichiarare Lombardia e Piemonte «zone rosse» cala il traffico alla frontiera - Nonostante la richiesta del Consiglio di Stato i controlli per ora non aumentano Andare a trovare i parenti e gli amici è concesso, ma solo in caso di necessità e se non sono autosufficienti
Da venerdì, con l’entrata in vigore del nuovo decreto governativo italiano, la Lombardia e il Piemonte sono diventate «zone rosse», ovvero Regioni nelle quali almeno per due settimane è possibile spostarsi solo per motivi di lavoro (in alcuni casi di studio), situazioni di necessità o salute. La decisione di Roma ha avuto ripercussioni anche per il Ticino e, come prevedibile, il traffico ai valichi ha registrato un notevole calo, ma per ora il personale dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) non ha rafforzato i controlli ai valichi. A Berna, lo ricordiamo, è pendente una richiesta in tal senso avanzata negli scorsi giorni dal Consiglio di Stato. Da noi contattata, l’AFD fa però sapere di essere «presente ai valichi di frontiera nell’ambito del suo mandato che svolge attualmente senza nessuna modifica».
La petizione
Detto del transito possibile per motivi di lavoro, una questione rimasta in parte aperta era quella del diritto di visita a parenti e affetti che si trovano in una «zona rossa». Tanto che negli scorsi giorni è giunta sul tavolo del Governo cantonale una petizione dell’Associazione genitori non affidatari per chiedere chiarimenti riguardo ai diritti di visita transfrontalieri.
A proposito delle visite agli affetti oltreconfine, alcune informazioni aggiuntive sono state date negli scorsi giorni dal Governo italiano che sul proprio sito ha pubblicato alcune precisazioni (sotto forma di FAQ) che possono aiutare a capire meglio cosa è possibile fare e cosa no.
Le visite sono consentite?
Il Governo della vicina Penisola ha innanzittutto chiarito che sul territorio italiano «per i cittadini stranieri vigono le stesse limitazioni agli spostamenti che vigono per gli italiani». E visto che non vi sono al momento restrizioni all’entrata in Italia per i cittadini svizzeri, la regola da seguire è semplice: ciò che è vietato per gli italiani, è vietato anche per gli svizzeri una volta entrati in territorio italiano.
Detto, come noto, che nelle zone rosse «non è consentito far visita o incontrarsi con parenti o amici non conviventi, in qualsiasi luogo, aperto o chiuso», il Governo italiano ha però precisato che è possibile andare ad assistere un parente o un amico non autosufficienti, poiché si tratta di una «condizione di necessità». Varcare il confine per aiutare un parente non autosufficiente è quindi possibile.
E i figli dei divorziati?
Il Governo italiano ha inoltre fatto una precisazione per le persone separate o divorziate che intendono visitare i propri figli. In particolare è stato precisato che «gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche tra Comuni di aree differenti. Tali spostamenti dovranno in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario». Di conseguenza anche le visite transfrontaliere di questo tipo sono concesse.
E le zone gialle?
Va infine rimarcato che, avendo con sé l’autodichiarazione, è prevista la possibilità di transitare per le zone rosse (e arancioni) per recarsi in una zona gialla. Va però ricordato che nelle zone gialle vige il divieto di circolare dalle 22 alle 5. Fatte queste premesse, possiamo dire che una volta giunti all’interno della zona gialla «è consentito spostarsi dalle 5 alle 22 senza necessità di motivare lo spostamento». Dalle 22 alle 5 sono invece «vietati tutti gli spostamenti, ad eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute» (come avviene tutto il giorno nelle zone rosse), ed è quindi necessaria l’autodichiarazione. Nelle zone gialle, a differenza di quelle rosse, è invece possibile recarsi nella propria casa secondaria, senza altre condizioni. Riguardo alle visite ad amici o parenti nelle zone gialle, il Governo scrive: «Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». Fortemente raccomandato evitarlo, dunque, ma non vietato.